L’esigenza di trovare una terapia a seguito di possibili reazioni avverse ai vaccini anti papilloma virus ha spinto alcune mamme a costituire questa associazione.
La nostra volontà è quella di donare aiuto alle famiglie che vivono quotidianamente questa problematica, dal punto di vista psicologico, medico e legale; chiedere agli enti preposti, per la somministrazione vaccinale, una maggior trasparenza affinché i genitori possano fare una scelta consapevole.
Durante il colloquio informativo rischi/benefici devono essere enunciati ai genitori nella loro totalità, il medico o preposto deve verificare con maggior attenzione la familiarità a malattie autoimmuni e l’eventuale predisposizione del soggetto da vaccinare.
Attualmente non esiste una terapia per aiutare le ragazze.
Alcuni dei loro sintomi sono: fibromialgia, dolori diffusi a tutto il corpo, mal di testa, diabete, artrite reumatoide, tiroide autoimmune, disturbi del sonno, problemi di deambulazione, vertigini, problemi di concentrazione, di memoria, problemi ormonali, nausea e vomito, febbre costante.
Dal mese di marzo 2008 è possibile accedere gratuitamente al ciclo completo di vaccinazione per le adolescenti dagli 11 ai 12 anni; dal 2015 la vaccinazione è proposta anche agli adolescenti di sesso maschile a partire dal nono anno d’età. L’obiettivo, secondo quanto asserito dagli esperti, è quello di produrre negli anni una progressiva immunizzazione della popolazione giovane adulta esposta al rischio di infezione.
Periodicamente però troviamo nelle pagine di cronaca testimonianze di reazioni avverse e vari studi scientifici che mostrano evidenti preoccupazioni su possibili effetti collaterali e/o controindicazioni.
La comunità scientifica, a livello internazionale, è divisa circa l’efficacia, la durata, le reazioni avverse e la reale necessità di questi vaccini.